MODALITA’ LAMENTO ON : a cosa serve lamentarsi?
Lamentarsi del freddo in inverno e del caldo in estate, lamentarsi del proprio lavoro se lo abbiamo o del lavoro che non troviamo, della situazione economica e sociale, della politica, del proprio partner, dei propri figli: praticamente tutto può fare da innesco alla lamentala.
La lamentela è una modalità comunicativa molto diffusa e spesso chi ne abusa è proprio la persona che non si rende conto di farlo. Ma perché ci lamentiamo : a cosa ci serve?
Mi sono interrogata spesso sul significato di questo comportamento. Prima di tutto lamentarsi ha un risvolto opportunistico: se mi lamento di qualcosa o qualcuno non mi assumo la responsabilità di fare qualcosa per cambiare la situazione , ciò mi consente di rimanere in un limbo in cui non faccio nulla, questo può essere molto gratificante per la pigrizia e la paura di sbagliare. Se invece smetto di lamentarmi e provo a fare qualcosa per uscire da una situazione di blocco sono costretto ad impegnare le mie energie e a rischiare di compiere un errore , dovendone poi tollerare il conseguente vissuto di frustrazione.
La lamentela su un piano relazionale inoltre ci consente di permanere in una condizione che possiamo definire dipendente- infantile : se mi lamento di qualcosa mi aspetto che qualcuno ascolti la mia lamentela, venga in soccorso, offra soluzioni, rimedi. Lamentandomi sto in una posizione richiedente e bisognosa nei confronti dell’alto ( adulto) che sa , può , offre.
La lamentala è una strategia manipolativa inconsapevole nelle relazioni affettive : non ti chiedo cosa voglio da te, perché così facendo ti darei il diritto di dire si oppure no, ma faccio in modo che tu possa vivere l’impotenza di non sapere come poter soddisfare i miei bisogni. In questo senso nelle relazioni intime lamentarsi non produce contatto emotivo e vicinanza, ma alimenta incomprensione reciproca.
Come provare a fare altro? Lamentarsi è un “vizio” appreso in tenerissima età per cui è difficile provare a fare qualcosa di diverso. Come tutti i cambiamenti prima di tutto serve immaginare di poter fare diversamente e poi provare, sperimentare, ritentare, anche se non ci sentiamo noi stessi o avvertiamo una forzatura. Il cambiamento avviene nel momento in cui mi muovo nella direzione di ascoltare quale bisogno o desiderio nascondo dietro la lamentela e una volta riconosciuto mi assumo la responsabilità di agire nella direzione di soddisfare il mio desiderio. La lamentela è una riserva di energia investita affinché permanga lo status quo, liberarla ci può aiutare ad ottenere quello che vogliamo !
Dott.ssa Samanta Martellacci Psicologa, psicoterapeuta Ricevo a Cecina ( Li) e Firenze