Leonardo, tra luci e ombre
Questa è la storia di una ragazzo con una patologia degenerativa che lo porterà a perdere progressivamente la vista. Ho incontrato una persona in conflitto con la sua disabilità, incapace di chiedere aiuto agli altri, spendeva tante energie per rendersi utile per amici , colleghi e per i genitori. Un ragazzo con un grande carisma e una grande forza, che lo hanno portato a lasciare il suo luogo d’origine e ad affrontare la vita in una nuova città e l’università concludendo il percorso con un meritato successo. Era riuscito a conciliare studio e lavoro dando il massimo in ogni cosa che faceva. Tuttavia faticava ad accettare che avesse bisogno di supporti fisici (bastone) ed emotivi (psicoterapia e sostegno di amici e familiari). Abbiamo lavorato insieme sul tema dell’orgoglio, sull’ equilibrio necessario tra dare ed avere, sull’importanza di non identificare la sua persona con la disabilità, ma neppure di negarla, dicendosi “ posso fare tutto da solo”: nessuno di noi può farcela da solo. La totale indipendenza è un mito da sfatare: siamo tutti interdipendenti gli uni dagli altri, va bene dare e va bene ricevere, cercando tra il dare e il ricevere un equilibrio, in modo da non identificarsi con il super/eroe, nè con il mendicante. Superare l’eccesso caratteriale dell’orgoglio significa accettare che non chiedendo mai niente all’altro e dando sempre mi metto in una posizione di superiorità, come se stessi sopra uno scalino. Questo non mi permette di farmi vedere nella fragilità, di far in modo che gli altri mi incontrino nell’imperfezione del mio essere umano e vulnerabile. Spesso nella storia di persone che pretendono di fare tutto da sole ci sono stati molti no, dei rifiuti o degli allontanamenti importanti nell’infanzia: allora per evitare di incontrare ancora il no dell’altro fanno tutto da soli. Da adulti siamo capaci di tollerare che l’altro possa dirci di no, ma questo spesso si scopre soltanto lavorando su di sé.
Spero che questa breve storia ti abbia aiutato a riflettere.