Viola , oltre la “brava bambina”
C’era una volta Viola, Viola ha 25 anni, è laureata, ha una famiglia premurosa e un fidanzato amorevole e presente. E’ una persona con interessi che la portano all’introspezione e all’ immaginazione. Lavora in un ambito diverso da quello per cui ha studiato: trovare un’occupazione in questo periodo storico non è semplice e si dice di essere contenta così. Viola tutte le mattine si sveglia con una morsa allo stomaco e con altri sintomi ansiosi. Viene da me per lavorare su di sè non capendo all’inizio le sue motivazioni. Emerge la storia di una bambina che ha dovuto nascondere il proprio dolore quando le vicende familiari sono state complicate dalla malattia fisica e psichica della madre.
Una bambina che non poteva far vedere cosa avesse dentro e che ha imparato a sue spese ad essere una brava bambina. Ha imparato a fare esattamente quello che gli altri si aspettano da lei, per non essere di peso e di ostacolo a nessuno.
Viola voleva apparire perfetta agli occhi degli altri. A lavoro anticipava le richieste del suo datore di lavoro, facendo quello che lui voleva ancora prima che glielo chiedesse. A casa riusciva a non esprimere mai rabbia e diniego. Con il fidanzato non mostrava mai cosa la infastidiva o non le piaceva. Viola all’interno della relazione terapeutica si permette finalmente di dire quello che le piace e quello che non le piace, inizia a esprimere quello che lei vuole anche se è diverso da quello che vogliono la sua famiglia e il suo fidanzato. La sua famiglia la vuole vicina , per essere di conforto alla noia dei suoi genitori pensionati , lei vuole muoversi ed esplorare nuove città dove pensare di andare a vivere. Il fidanzato vuole una relazione simbiotica con lei , dove si fa tutto sempre insieme, lei ha bisogno del suo spazio per coltivare le sue passioni, e non crede che per stare insieme bisogna fondersi in un’ unica entità.